Cultura Arti Visive

Scultura

L’arte della scultura ebbe la sua fioritura nel paese grazie agli sforzi di pochi scultori durati un periodo di tempo molto lungo. Prima della fondazione dello Stato, mentre Avraham Melnikoff (noto per il suo massiccio leone in pietra di Tel Hai) e Ze’ev Ben-Zvi introducevano il cubismo, la scuola di scultura più accademica rappresentata da Ziffer, Aharon Priver e Batya Lishansky, dominava il campo. 

Alla fine degli anni ’40 l’ideologia “Cananaica” ebbe una forte influenza su alcuni artisti, principalmente su Yitzhak Danziger, la cui figura dell’eroe cacciatore pagano Nimrod scolpita in arenaria nubiana rossa, rappresenta un tentativo di creare una sintesi fra la scultura mediorientale e il moderno concetto di corpo umano, mentre le forme delle sue sculture di pecore ricordano le rocce del deserto i canali d’acqua e le tende beduine. La scultura degli anni ’50, divenendo progressivamente più astratta, impiegò nuovi materiali e una scala monumentale, stimolata in parte dalla recente introduzione di ferro e acciaio Cor-Ten come mezzi scultorei.
Il desiderio di offrire ai caduti nelle guerre d’Israele un memoriale in cui il loro ricordo divenisse tangibile ha dato, a partire dagli anni ’60, un nuovo impeto alla scultura, e si sono venuti così ad aggiungere al panorama israeliano un gran numero di monumenti, per lo più non figurativi. Questo genere ha una sua rappresentazione nel memoriale navale di acciaio saldato di Achziv, opera di Yehiel Shemi, in cui ci si confronta sia con la durezza della natura sia con la capacità umana di violenza e distruzione; altro esempio ne è il “Monumento alla Brigata Neghev” di Dani Karavan, che si trova poco fuori la città di Beer Sheva e che evoca la particolare natura della guerra nel deserto. 

Sotto l’influenza della scuola francese in generale e dell’espressionismo in particolare, e facendo uso di un’ampia gamma di materiali, gli artisti concettuali contemporanei stanno creando installazioni e sculture ambientali allo scopo di descrivere le proprie individuali reazioni a realtà sociali e politiche. Incorporando un possente gioco di forme e simboli, i lavori di Yigal Tumarkin esprimono la sua protesta contro la guerra attraverso forme geometriche e figurative astratte, mentre la tendenza al minimalismo geometrico è particolarmente pronunciata nell’insistente uso fatto da Menashe Kadishman di immagini di pecore, che richiamano tanto la memoria del sacrificio biblico di Isacco, quanto un mito personale che vuole simboleggiare la vittima indifesa. 

Sono parecchi gli scultori israeliani che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali; fra questi vi sono Tumarkin, Karavan, Kosso Eloul e Israel Hadany. I loro lavori possono essere ammirati all’estero in allestimenti sia pubblici sia privati.